Via Fiamma, florilegio liberty

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nella zona sud-est di Milano, odierno Municipio 4, si trova un vasto panorama di vie e piazze che si caratterizzano per uno specifico tratto distintivo che le identifica: talune si fanno notare per la grande quantità di verde che ospitano (si pensi a Piazza Libia, per fare un esempio), altre per il richiamo che attuano rimandando ad un passato remoto (si consideri, ad esempio, la via che attraversa il borgo medioevale di Monluè), altre ancora per la loro omogeneità stilistica (ad esempio il Liberty, che ha in Milano la sua capitale).
La via Galvano Fiamma, traversa di corso XXII marzo e posta quindi nella parte est della città, non distante da piazza 5 giornate, ha una prevalenza liberty molto spiccata e, cosa assai notevole, vanta tre edifici di assoluto valore architettonico, tanto da essere citati nelle varie edizioni delle Guide Turistiche locali.
Vale allora la pena farvi una passeggiata, cercando di osservare tutti gli edifici degni di nota, ad esempio partendo da sud, cioè da piazza Santa Maria del Suffragio, posta sul corso XXII marzo e facilmente raggiungibile dal centro della città.

Trovandosi nella piazza vale la pena di citare l'omonima chiesa, la quale, sorta nel 1896 in stile lombardo-bizantino, dovuto anche alla facciata originariamente progettata da Monsignor Spirito Chiappetta (autore di San Camillo de Lellis), cela dietro il suo aspetto un insospettabile "museo di arte moderna", dovuto al fatto che essa ospita diverse opere di un certo rilievo, a cominciare dalle splendide vetrate, realizzate nel XX secolo.
Incamminandosi per la via Fiamma, si lascia sulla destra la via dedicata a Bonvesin della Riva, cronista entusiasta della Milano del 1200 (a proposito, anche Galvano Fiamma era uno storico milanese vissuto più o meno nello stesso periodo), via che è diventata nota alcuni decenni fa in virtù della presenza di un rinomato ristorante, ora trasferitosi.
Proseguendo nella via, ben presto compaiono edifici di notevole interesse: dopo alcune case di buon gusto estetico, distribuite su entrambi i lati, ci troviamo infatti all'incrocio con via Marcona, e guardando verso destra possiamo notare una serie di villette, in mezzo a cui si trovava, fino a pochi decenni fa, un casello della ottocentesca Ferrovia Ferdinandea, antesignana delle ferrovie lombarde, il cui tragitto da Milano a Venezia passava proprio da queste parti dirigendosi perpendicolarmente a via Fiamma verso l'Ortica ed oltre.
Ancora pochi metri e, sulla sinistra, potremo notare il primo degli edifici liberty di cui abbiamo fatto menzione: si tratta della casa Meregalli Magnoni, sita al civico 17 e costruita nel 1927. Qui le linee liberty, evidenti nei fregi a forma di foglia e nei balconi in ferro battuto, vengono integrate coi massicci balconi in pietra, tendenti allo stile littorio. Nell'androne, cui si accede tramite un moderno portone, si trova una vetrata trompe-l'oeil.
Superato l'incrocio con via Archimede, pochi passi ci separano dalla seconda presenza liberty sopra menzionata: si tratta di casa Snider, risalente al 1920 e opera dell'architetto Giuseppe Sommaruga, sita al civico 19 di via Fiamma. Qui il floreale è sostituito da un fregio a greche; da notare la cornice che inquadra il portone.
Due altri gradevoli edifici sono sicuramente quelli che si trovano ai civici 21 e 27 della via; il primo (Casa Simoni, del 1911) è in stile liberty e un fregio floreale ne attraversa l'intera facciata all'altezza del piano nobile; nel secondo (di epoca posteriore) alcuni bow-windows e balconcini tondi (su via Sottocorno) vivacizzano le linee dell'edificio, sormontato da un fiorito terrazzo pensile e dotato di un ingresso, che conduce ad un cortile con arcate, contornato da due colonne fasciate a tratti da pietre squadrate che reggono un elegante balcone in pietra.
Superati gli incroci con le vie Sottocorno e Melloni, sulla nostra sinistra troviamo l'esempio più significativo di liberty dell'intera via. Al civico 37 si trova infatti casa Frisia, costruita nel 1904, di cui colpiscono subito i ferri battuti inseriti su davanzali e balconi, come pure le decorazioni floreali presenti sulle finestre e sui balconi stessi. L'elemento però di maggior spicco sulla facciata è senz'altro la triplice arcata che corona il largo balcone centrale.
Di fronte, sul lato est della via, si trovano altri due edifici degni di nota: sull'angolo con via Melloni, il civico 36 è ricco di fregi e al primo piano può vantare un'elegantissima loggia; il civico 40, invece, ha una facciata sobria su cui però spiccano i numerosi timpani sopra le finestre del piano nobile e il fregio a festone dell'ultimo piano.
Percorrendo gli ultimi metri della via, giungiamo in piazza Risorgimento, ove vale la pena di notare il monumento posto al centro della piazza stessa e raffigurante una statua di San Francesco (la visuale migliore si ottiene entrando nella piazza da corso Concordia: in questo modo San Francesco ci accoglie a braccia aperte). Sul basamento si trovano, orientati ad ovest e ad est, due bassorilievi raffiguranti momenti della vita di San Francesco; l'opera è dello scultore Domenico Trentacoste e fu inaugurata nel 1927.